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Monthly Archives: dicembre 2014

Backup a caldo per soluzioni di DR di sistemi Linux

by admin in System Administration

Nel corso del progetto DSC Vodafone, il nostro gruppo di lavoro si è trovato a dover cercare una soluzione a basso impatto economico per effettuare a caldo backup DR di sistemi Linux.
Dopo varie ricerche la soluzione adottata è stata quella di MondoRescue (http://www.mondorescue.org/), sw opensource che consente appunto, previa installazione sul sistema oggetto di backup, la creazione di file ISO “bootabili” per il ripristino completo del sistema in caso di disastro, anche su sistemi HW differenti (molto utile quindi anche per istallazione “in batteria”).

L’installazione del software nell’ambiente testato (RHEL6.5) prevede il download dei seguenti pacchetti:

  • genisoimage-1.1.9-12.el6.x86_64
  • afio-2.5-1.rhel6.x86_64
  • mindi-2.1.7-1.rhel6.x86_64
  • buffer-1.19-4.rhel6.x86_64
  • mindi-busybox-1.18.5-3.rhel6.x86_64
  • mondo-3.0.4-1.rhel6.x86_64

Ovviamente le release dei packages ed a volte il nome degli stessi, può cambiare in base alla distro o del periodo di installazione.

Il comando utilizzato nel nostro caso è stato il seguente:
# mondoarchive -i -d /workarea/mondo -E “/workarea|/opt/adc/adc/cdr|/tmp|/var/tmp” -s 8500m -T /workarea/mondo/tmp -S /workarea/mondo/tmp -OV -p `uname -n`_`date +%Y-%m-%d`

Si rimanda al man per i dettagli delle opzioni possibili ed approfondimento in base alla proprie esigenze; un accorgimento utile è quello di badare allo spazio disponibile nel FS di destinazione ISO e quello temporaneo.

I test di recovery del sistema sono stati eseguiti montando la ISO precedentemente creata dal “Virtual Drives” della Java modorescueIRC di ILO.

Una volta avviata la ISO è possibile scegliere se eseguire il recovery in modalità automatica (nuke) o interattiva (interactive).
Questa ultima possibilità da modo di decidere cosa ripristinare e cosa no.

Inoltre è possibile eseguire una comparazione tra il backup a nostra disposizione e il sistema che ci accingiamo a sovrascrivere (compare).

Al termine della procedura avremo il nostro sistema ripristinato al momento del backup.

Essendo la procedura di backup eseguibile a caldo, è possibile ovviamente schedulare in crontab la creazione della iso, per mantenere il backup aggiornato e consistente.

Autore: Filiberto Mannelli

Tecnologie di sviluppo WEB

by admin in asp.net

aspQuesto post è il primo di una serie di approfondimenti sulle tecnologie di sviluppo WEB e il mondo della programmazione in ambiente Microsoft .NET.

Oggi iniziamo con un’analisi introduttiva di ASP.NET MVC che è la soluzione Microsoft per la realizzazione di applicativi WEB di nuova generazione parte integrante del noto Framework ASP.NET.

MVC Design Pattern

Lo scopo principale di MVC è quello di fornire strumenti per lo sviluppo di applicazioni WEB che rendano semplice e veloce l’adozione dei principi della progettazione del software, da cui il nome del framework stesso. MVC sta infatti per Model-View-Controller il nome del famoso pattern architetturale nato negli anni 80 per la realizzazione delle interfacce grafiche.

 

model

 Il Model è la parte che mantiene la logica dei dati ovvero che rappresenta i concetti del dominio in entità “maneggiabili” dal resto dell’applicazione. In alcune implementazioni si occupa anche del recupero e memorizzazione dei dati stessi da una fonte esterna (e.g. database).La View è la parte dell’applicazione che mantiene la logica per la visualizzazione dei dati presenti nel Model. In alcune implementazioni si occupa anche della validazione che però deve rimanere di stretta natura sintattica e comunque priva di logiche di business.

Il Controller è la parte dell’applicazione che gestisce l’input utente: comanda il flusso di esecuzione, legge i dati dalla View e l’invia al Modello. Mantiene le entità del dominio coerenti fra loro ed è qui che risiede la maggior parte della logica e delle regole di business dell’applicazione.

 

La separazione in layer di MVC aiuta lo sviluppatore a gestire la complessità delle applicazioni perché permette di focalizzarsi su un aspetto alla volta incentivando allo stesso tempo la suddivisione dello sviluppo in più gruppi di lavoro paralleli.

 ASP.NET MVC

Fin dall’apertura anche del più semplice template (Empty Site) di Visual Studio (l’IDE di sviluppo ufficiale Microsoft) per la tipologia di progetti ASP.NET MVC si ritrovano i concetti finora esposti. Il progetto è infatti suddiviso fondamentalmente in tre cartelle Model, View e Controller. In ognuna delle cartelle andranno inseriti i relativi file: classi C# (o VB.NET) per Model e Controller, pagine CSHTML per la View.

Per quanto detto quindi, prendendo in considerazione un piccolo sistema di gestione di una biblioteca (questo esempio ci accompagnerà anche nei prossimi approfondimenti) si potrebbe avere:

  • La classe Book del Model con attributi ISBN, Name, Author etc.
  • La classe RentController con i metodi (dette Action) per il recupero dei libri dati in prestito, prestabili e con data resa scaduta, etc.
  • Le pagine CSHTML per la visualizzazione delle liste di entità Book recuperate dalle Action del controller

Nei prossimi post approfondiremo con maggiore dettaglio gli step per la realizzazione di questa micro biblioteca 2.0: la sintassi Razor delle View, la decorazione per la validazione del modello e altro ancora.

Autore: Alessandro D’Angiò

Fault Tolerant Distributed File System

by admin in System Administration

xfs

(Fault Tolerant Distributed File System)

 

A differenza dei Network File System comuni, XtreemFS è un file system distibuito, fault-tolerant, open source che funziona su più server e grazie allo striping è possibile accedere ai dati con la larghezza di banda aggregata di più server di archiviazione.

Grazie ad esso è possibile costruirsi un proprio storage utilizzandoxfs2 hardware di uso comune, con la possibilità di gestire lo spazio in base alle proprie disponibilità,  con la sicurezza di tollerare guasti hardware a costi decisamente contenuti (opensource) rispetto a soluzioni all-in-one (SAN e NAS) che generalmente dipendono dal fornitore hardware.

XtreemFS utilizza il concetto di file system basato su oggetti: I Metadata (nome file, owner e struttura directory) vengono memorizzati su un server (MRC), il contenuto dei file viene diviso in chunks di dimensione fissa che chiameremo “oggetti”, gli oggetti vengono memorizzati su un server di archiviazione (OSD). Questa separazione tra metadata e contenuto dei file permette di scalare la capacità di memorizzazione e la larghezza di banda, se vogliamo aggiungere o rimuovere altri server di memoria (OSD).

Il servizio directory server (DIR) è il registro centrale che i servizi di XtreemFS utilizzano per trovare gli altri nodi. E’ anche usato dai client per trovare l’MRC che gestirà il volume montato dagli utenti.

MRC e DIR memorizzano tutti i dati (metadata) su un database integrato e ottimizzato per lo storage dei metadata, BABUDB, mentre OSD memorizza i suoi dati in forma di file e directory su file system locale OSD. Tutti gli oggetti si trovano nella directory specificata nel file di configurazione.

Come si evince dall’immagine accanto, i tre server condivideranno un XtreemFS, il quale sarà sommato a quelli  condivisi dagli altri sistemi, per un totale (in questo caso) di 150Gb. Il client accederà a 150Gb di risorse.

La scalabilità di XtreemFS permette velocemente l’aggiunta o la rimozione di altri “storage server”e grazie allo striping dei file su più server di archiviazione,  le operazioni di READ/WRITE vengono eseguite in parallelo sugli storage server, sfruttando tutta la banda, simile a RAID 0.

Il prodotto si può scaricare gratuitamente al seguente URL: http://www.xtreemfs.org/download.php?t=source

L’installazione del pacchetto client è necessaria per accedere a Xtreemfs da un sistema remoto .

Autori: Domenico Princi, Luca Di Dedda, Octavian Petrascu

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